Cos’è il Delegated Proof of Stake (DPoS)

Arriviamo oggi alla terza puntata della mini-serie dedicata ai meccanismi di consenso che troviamo all’interno delle varie blockchain, dopo aver parlato di POW e POS è arrivato il momento del DPoS.

STORIA

In ambito blockchain il dibattito su quale sia l’algoritmo di consenso più efficace, efficiente e sicuro è sempre acceso. Come sappiamo questa tecnologia è in continua evoluzione e abbiamo già visto enormi progressi in un brevissimo lasso di tempo, questo continuo dialogo all’interno della comunità di sviluppo stimola l’innovazione e il progresso di questi sistemi plasmandoli sempre di più alle necessità delle persone, per creare il protocollo di consenso del futuro.

Inventato da Daniel Larimer, il Delegated Proof-of-Stake (DPoS) è un meccanismo alternativo di consenso che richiede ai detentori di monete di votare per dei “delegati”, che sono poi responsabili della convalida delle transazioni e del mantenimento della blockchain.

Il DPoS è un’alternativa al più comunemente noto Proof of Stake (PoS), che richiede ai minatori di bloccare sul proprio wallet una data quantità di crypto per poter processare le transazioni e aggiungerle alla catena.

I delegati eletti all’interno della rete DPoS sono responsabili e ricompensati per aver generato e aggiunto blocchi alla catena. Ad ogni stakeholder è consentito votare per un delegato, vengono eletti coloro i quali hanno il maggior peso, in rapporto alla quantità di moneta posseduta, e raggiungono il maggior numero di voti espressi dalla rete .

MECCANISMO DI CONSENSO

Il processo di voto è continuativo e democraticamente viene espressa la volontà dei partecipanti alla rete, ogni titolare della moneta può esercitare un certo grado di influenza su ciò che accade.

Può essere visto come il protocollo di consenso meno centralizzato rispetto a tutti gli altri in quanto molto inclusivo per tutti i partecipanti. Chi è eletto come delegato è incentivato a svolgere la propria mansione al meglio, per non perdere la propria posizione. Esiste un sistema di punteggio che misura il livello di reputazione che aiuta gli stakeholder a valutare meglio la qualità dei delegati.

È importante che questi rappresentanti siano scelti tenendo sempre a cuore il meglio per la rete, in quanto mantengono la rete funzionante in modo fluido e sicuro. In alcune versioni di DPoS il delegato deve dimostrare il proprio impegno depositando i propri fondi in un conto di sicurezza bloccato (che viene confiscato in caso di comportamento doloso).

Chi viene eletto ha la responsabilità di garantire un nodo sempre attivo e funzionante in modo che venga effettuata costantemente la firma, la raccolta e la trasmissione dei blocchi, convalidando le transazioni. Se ci sono controversie relative al consenso, il DPoS permette di risolverle in modo equo e democratico.

I delegati non hanno il potere di modificare le transazioni, tuttavia essi potrebbero teoricamente escluderne alcune da un blocco. Questo avrebbe comunque un effetto molto breve, il blocco successivo infatti includerebbe queste transazioni grazie all’apporto di un altro delegato alla quale vengono corrisposte le commissioni associate alla loro convalida.

Il comportamento disonesto o inattento di un delegato viene punito dalla rete DPoS che è di fatto autogovernata e controllata da tutti i suoi partecipanti, garantendo che l’interesse prioritario sia sempre quello comune di avere un sistema solido.

DIFFERENTI DPOS

Può esserci solo un certo numero di delegati alla volta e questi sono determinati da un sistema elettorale competitivo.
Il numero di rappresentanti eleggìbili all’interno di una rete DPoS dipende dalle caratteristiche della blockchain, quello che segue è il numero di delegati ammessi all’interno delle più note blockchain di questa famiglia:

RipaEx: 101
EOS: 21
BitShares: 101
Steem: 21
Lisk: 101
Ark: 51

Il DPoS non solo è un sistema più democratico, ma anche più efficiente ed efficace. La selezione dei ‘delegati’ atti alla creazione dei blocchi consente di convalidare le transazioni in pochi secondi, invece dei 10 minuti necessari per la proof of work utilizzata da Bitcoin.

Nel caso della Delegated Proof-of-Stake il processo di convalida dei blocchi è nota come “forgiatura”, corrispettivo del “mining” alla quale blockchain che sfruttano il Proof of Work ci hanno abituati.

Conosciamo già da vicino il progetto RipaEx che basa la sua Blockchain e la sua cryptovaluta (XPX) su un sistema Delegated Proof of Stake, si tratta di un fork di ARK, progetto che nasce con la vision di creare di un sistema monetario alternativo a quelli esistenti, più democratico ed inclusivo, che possa essere utilizzato dalla gente comune, una moneta per gli utilizzi di tutti i giorni.

Nei link che seguono è possibile vedere come all’interno di una blockchain DPoS come quella di RipaEx si possa:

– Creare e registrare un delegato:
https://steemit.com/news/@ripaex/registering-your-ripa-delegate

– Come votare o cambiare la propria idea di voto riguardo un delegato:
https://steemit.com/news/@ripaex/how-to-vote-and-un-vote-a-ripa-delegate

– Creare un nodo all’interno del network:
https://steemit.com/news/@ripaex/how-set-up-a-node-for-ripaex

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.