proof of stake Archivi - Adriatic Crypto Hub https://adriaticrypto.org/tag/proof-of-stake/ Sun, 03 Feb 2019 11:55:18 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.1 https://adriaticrypto.org/wp-content/uploads/2017/12/cropped-favicon4-1-150x150.gif proof of stake Archivi - Adriatic Crypto Hub https://adriaticrypto.org/tag/proof-of-stake/ 32 32 Blockchain Insiders, gli eventi per i nuovi professionisti del settore blockchain https://adriaticrypto.org/blockchain-insiders/ https://adriaticrypto.org/blockchain-insiders/#respond Sun, 20 Jan 2019 09:55:49 +0000 https://adriaticrypto.org/?p=3391 Mentre i settori tradizionali mostrano le prime crepe, l’innovazione compresa la tecnologia blockchain fa registrare numeri da record. Gli investimenti da parte delle aziende sono passati da 1 miliardo di ...

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Mentre i settori tradizionali mostrano le prime crepe, l’innovazione compresa la tecnologia blockchain fa registrare numeri da record.

Gli investimenti da parte delle aziende sono passati da 1 miliardo di $ nel 2017 a oltre 4 miliardi nel 2018.

La richiesta di addetti con le giuste skill è aumentata di 33 volte negli ultimi quattro anni, secondo quanto riportato da Linkedin Economic Graph.

Ecco che acquisire ora le competenze necessarie per entrare in questo settore innovativo può essere la carta vincente. 

Blockchain Insiders serve per riunire esperti del settore e poter ottenere dalle loro esperienze ulteriori skill e crearne vantaggio per una nuova avventura lavorativa in questo settore. 

Milano, il 21 febbraio, l’eveNto di terrà  all’Hilton Garden Inn Milan North, in via Columella 36, dove potranno trovare posto ben 300 partecipanti.

Per l’occasione, gli organizzatori hanno lanciato dei ticket limitati a prezzi promozionali per i pochi giorni.

L’evento sarà focalizzato sulle figure di Community Manager e Marketing Manager, indispensabili per ogni azienda che voglia operare nel settore blockchain.

Sul palco interverranno:

  • Amelia Tomasicchio: CMO di Eidoo e Co-founder di The Cryptonomist.
  • Davide Luigi Borella: conosciuto come Il Crypto Dave, creatore di oltre 30 chat Telegram dedicate alle criptovalute e gestore di community per diverse imprese.
  • Federico Viganò: Co-founder e CMO di Icobooster SA.
  • Francesco Redaelli: Co-Founder di Crypto Coinference & Koinsquare, Marketing Manager di Aidcoin, Campaign Manager di Two Hundred, Speaker e Advisor.
  • Lorenzo Rigatti: Head of Business Development & Investor Relation di Noku SA & Management Engineer. 
  • Layllen Sawyerr: Speaker, ha lavorato per istituzioni di alto livello come Wells Fargo e Coinbase. Mentre lavorava per Coinbase, ha applicato le sue competenze in ambito bancario per il settore della criptovaluta. È stata Manager di Wells Fargo e Compliance Analyst di Coinbase. Ha più di 12 anni di esperienza nei servizi bancari e finanziari e ha guidato con successo le banche attraverso esami normativi.

L’evento si concluderà con una cena di networking, importante occasione per interagire direttamente con gli speaker e riservata ai soli 10 possessori del biglietto Executive.

Si terrà nella location decisa dai followers tramite un sondaggio sui social, il ristorante Carlo e Camilla in Segheria dello chef Carlo Cracco.

Verrà data la possibilità a tutti i partecipanti muniti di biglietto di consegnare alle hostess al momento dell’accreditamento i loro CUrriculum vitae.

I curriculum verranno visionati dagli speaker che sono alla ricerca di nuovi collaboratori.

Un’occasione unica da non perdere per chi vuole lavorare in questo settore.

L’evento sarà moderato da Amelia Tomasicchio e Lorenzo Rigatti.

Per conoscere l’evento: Clicca Qui

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Cos’è la Proof of Stake https://adriaticrypto.org/cose-la-proof-of-stake/ https://adriaticrypto.org/cose-la-proof-of-stake/#respond Wed, 03 Oct 2018 08:34:15 +0000 https://adriaticrypto.org/?p=2761 Il meccanismo di consenso Proof of Stake (POS) è stato inizialmente proposto nel forum Bitcointalk nel 2011, è stato formalmente introdotto quando Sunny King e Scott Nadal hanno scritto un documento ufficiale nell'agosto 2012.

Invece di affidarsi al lavoro computazionale dipendente dall'energia consumata dai miners (POW) che permetta di aggiungere in modo sicuro i blocchi alla catena, Sunny e Scott hanno proposto il metodo di staking, in cui un algoritmo sceglierebbe i validatori dei blocchi in base al numero di monete possedute.
Invece di affidarsi al lavoro computazionale dipendente dall'energia consumata dai miners (POW) che permetta di aggiungere in modo sicuro i blocchi alla catena, Sunny e Scott hanno proposto il metodo di staking, in cui un algoritmo sceglierebbe i validatori dei blocchi in base al numero di monete possedute.

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Dopo il primo articolo sul Proof of Work ora tratteremo un differente sistema di consenso molto conosciuto nel mondo blockchain il Proof of Stake (POS).

Storia

Il meccanismo di consenso Proof of Stake (POS) è stato inizialmente proposto nel forum Bitcointalk nel 2011, è stato formalmente introdotto quando Sunny King e Scott Nadal hanno scritto un documento ufficiale nell’agosto 2012.

Invece di affidarsi al lavoro computazionale dipendente dall’energia consumata dai miners (POW) che permetta di aggiungere in modo sicuro i blocchi alla catena, Sunny e Scott hanno proposto il metodo di staking, in cui un algoritmo sceglierebbe i validatori dei blocchi in base al numero di monete possedute.

Hanno proposto questo metodo per cercare di affrontare i crescenti costi energetici e le difficoltà del mining di Bitcoin che sarebbero continuate a tempo indeterminato fintantoché fosse stato redditizio per i minatori acquistare più hash power.

Sunny King ha successivamente creato Peercoin basandosi su questo documento, la prima criptovaluta ad implementare un meccanismo di consenso proof-of-stake. Tuttavia, ha usato una prova ibrida tra POW e POS, considerando che il consenso POS era ancora un meccanismo “vergine” e che destava diverse preoccupazioni in ambito di sicurezza.



Panoramica

Proprio come la proof of work (POW), il POS è un meccanismo progettato per decidere chi deve convalidare il blocco corrente così da raggiungere il consenso tra i nodi della rete su quali dati sono effettivamente validi. Tuttavia, la POW e la POS utilizzano metodi completamente diversi per raggiungere lo stesso obiettivo finale.

Gli algoritmi POS ottengono il consenso richiedendo agli utenti di mettere “in gioco” una certa quantità delle loro monete per avere la possibilità di essere selezionati per convalidare un blocco di transazioni e ricevere il premio per il blocco. Così facendo gli attori malintenzionati rischiano di perdere il loro interesse.

Maggiore è il numero di monete in gioco, maggiore è la probabilità che l’utente possa convalidare il blocco successivo e raccogliere il premio per il blocco (monete nuove appena coniate e commissioni di transazione generate nel blocco). I validatori POS sono chiamati “forgiatori” anziché “minatori”.



Come funziona?

Mettere le monete “in gioco” può essere visto come bloccare le monete in una cassaforte virtuale e usarle come garanzia per avere la possibilità di convalidare un blocco. Tenere le monete in un portafoglio non è sufficiente per essere considerato un forgiatore e, una volta che le monete sono state bloccate in cassaforte c’è un periodo di attesa prima di poterle ritirare.

Se c’è un forgiatore malintenzionato che cerca di includere transazioni false in un blocco, questo perderà tutte le monete che ha bloccato. Questo meccanismo è chiamato “slashing” e garantisce che i validatori siano incentivati ​​ad agire in modo onesto.

Il forgiatore di un nuovo blocco viene scelto da un processo suddiviso in due parti. La prima parte considera quante monete l’utente sta bloccando, mentre la seconda parte varia di rete in rete.

Un metodo comunemente utilizzato per la seconda parte è la selezione casuale dei blocchi, in cui i forgiatori vengono selezionati cercando gli utenti con una combinazione del valore di hash più basso e dallo “staking” più alto. Un altro metodo è la selezione dell’età delle monete, che sceglie i validatori in base allo “staking” più alto e per quanto tempo le monete sono state bloccate.

 

Attacco del 51%

Il principale vettore di attacco per il meccanismo di consenso di PoW è un attacco del 51%. Man mano che le pool di minatori continuano a crescere e un piccolo gruppo di pool controllano sempre di più l’offerta di hashing power, più facile è una dimostrazione teorica dell’attacco del 51% (questa è chiamata la centralizzazione del mining, ovvero un processo “quasi naturale” che subiscono le reti di tipo POW con il progredire del tempo).

In un sistema POS, un attacco del 51% è anche un possibile vettore di attacco. Tuttavia, questo tipo di attacco del 51% richiede ad un attore malintenzionato di ottenere il 51% di più della riserva di quella moneta – teoricamente un’impresa molto più difficile (e costosa) di mettere insieme il 51% della potenza di hashing di una rete POW.

Anche se un attaccante ha fondi sufficienti per acquistare il 51% o più della capitalizzazione di mercato di una moneta, l’offerta acquistabile in qualsiasi momento è ben inferiore al 51% a causa della limitata liquidità di cambio.

Ci vorrebbe una grande quantità di denaro e tempo per raccogliere le risorse per lanciare un attacco del 51% su un sistema POS di una moneta importante. Allo stesso tempo, l’accumulo per l’attaccante farebbe aumentare considerevolmente il valore della moneta, facendo sì che l’attacco diventi sempre più costoso.

Vi è anche un incentivo ridotto a lanciare un attacco del 51% su un sistema POS, poiché la persona che soffrirebbe di più sarebbe l’attaccante stesso che ora è il maggior azionista della rete!!!

Benefici

Risparmio energetico: Proof-of-stake utilizza una quantità di potenza di calcolo estremamente bassa per proteggere la rete rispetto al proof of work.
Probabilità di attacco ridotta del 51%: in generale, è più difficile lanciare un attacco del 51% rispetto a un sistema POW che abbia la stessa capitalizzazione di mercato.
Barriera bassa all’entrata: qualsiasi possessore di monete al di sopra di una certa quantità può entrare in una pool di validatori semplicemente bloccando le proprie monete. Non è necessario acquistare attrezzature per il mining, installare una macchina e assicurarsi che funzioni in buone condizioni.
Incentivi incorporati: un attaccante in un sistema POS deve avere molte monete in staking e il suo attacco svaluterebbe direttamente le monete che possiede. Confrontando questo con il POW, in cui le attrezzature per il mining possono essere utilizzate per attaccare una rete e, sucecssivamente all’attacco, mantengono lo stesso valore di mercato e possono essere utilizzate per estrarre altre coin.


Punti di debolezza

Validatori con grosse somme: se un piccolo numero di persone possiede una parte significativa dell’offerta di una moneta, avrà una maggiore probabilità di convalidare blocchi e raccogliere i frutti, aumentando a sua volta la loro possibilità di forgiare. Ciò potrebbe portare alla centralizzazione dell’offerta nel tempo.
Votare per più fork: il POS di per sé non è un modo efficace per raggiungere il consenso perché coloro che fanno staking possono votare per più fork di una blockchain senza sforzo. In un POW questo è molto meno probabile, poiché i blocchi di convalida su più catene hanno un costo reale associato all’energia. Di conseguenza, molti sistemi di proof-of-stake hanno una combinazione di POS e POW per garantire che ci sia una decisione finale sulla catena valida.
Altri problemi di sicurezza: ci sono ancora alcuni importanti problemi di sicurezza con POS, come il problema del “nulla in stake” e gli “attacchi a lungo raggio”. Poiché il POS è ancora un concetto relativamente nuovo, i ricercatori stanno cercando modi per mitigare o eliminare queste minacce e migliorare il meccanismo POS, sperando che le scoperte arriveranno nel prossimo futuro.

Nel prossimo articolo parleremo di Delegate Proof of Stake una variante del POS molto apprezzata ed utilizzata in diverse blockchain, nell’attesa o per porre domande su questo argomento entrate nel nostro gruppo telegram!!!

Le informazioni contenute in questo articolo sono solo a scopo educativo e non di consulenza finanziaria. Fai la tua ricerca prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

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Quattro chiacchiere con Pool of Stake https://adriaticrypto.org/pool-of-stake/ https://adriaticrypto.org/pool-of-stake/#respond Fri, 13 Jul 2018 08:41:38 +0000 https://adriaticrypto.org/?p=2429 POOL OF STAKE – IL POS PER TUTTI Dopo la prima intervista fatta con il Founder di RipaEx quest’oggi parliamo di Pool of Stake, un interessante progetto italiano con sede ...

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POOL OF STAKE – IL POS PER TUTTI

Dopo la prima intervista fatta con il Founder di RipaEx quest’oggi parliamo di Pool of Stake, un interessante progetto italiano con sede Svizzera che, una volta completato lo sviluppo, di rendere accessibile a chiunque il sistema di guadagno derivante dal cosidetto Proof of Stake.

Il Proof of Stake (POS) è un sistema di consenso basato sulla detenzione di moneta, chi “vincola” coin ottiene la possibilità di minare i blocchi e quindi beneficiare della ricompensa in moneta. Ovviamente bisogna detenere una grande quantità di moneta per riuscire a minare i blocchi quindi i piccoli investitori difficilmente riuscirebbero a garantirsi il reward….ecco Pool of Stake permette di rendere accessibile a tutti il sistema POS facendo da pool.

Ora diamo la parola al CEO!!!

  • Caro Davide, presentati brevemente

Sono Davide Luigi Borella, attualmente CEO di Pool of Stake SA, CIO (Chief Investment Office) di Maveric.ch, Community Manager su Telegram di diversi gruppi sulle crypto e sul mining. Ovviamente sono un nerd, geek e gamer (League Of Legends, Destiny, Hearthstone,…) oltre ad essere un appassionato di crypto monete e “Crypto Evangelist”.

  • Pool of Stake spiegaci brevemente cos’è

Pool of Stake è un progetto nato quasi esattamente un anno fa, a giugno 2017 con l’avvento di due nuove blockchain POS (proof of stake): Boscoin e Tezos. A valle di quelle ICO a uno dei fondatori, Dario Calderoni, è venuta in mente questa idea: creare una delle prime pool maggiormente decentralizzate di “mining 2.0” (più correttamente staking che è l’azione di mining su protocollo POS). Pool of Stake è quindi questo, una pool per le blockchain POS e successivamente per quelle DPOS (delegated proof of stake proprio come Tezos o EOS)

  • Come pensate di rendere accessibile anche ai piccoli utenti il mondo del Proof of Stake e le revenue che esso eroga?

Pool of Stake è nata proprio per i piccoli e medi utenti. E’ chiaro che coloro che si possono permettere di immobilizzare senza problemi il quantitativo di Boscoin minimo necessario per fare staking (controvalore in ico era pari a 2 BTC che ora è quotato su 5800 Euro) potrebbero non avere bisogno del nostro servizio, anche se a dirla tutta, non è alla portata di ognuno avere un computer che garantisca di essere online senza disconnessioni di anche solo 1 msec. Sono invece i piccoli utenti, coloro che magari non possono coprire i requisiti necessari per fare un nodo (o un Master Node) che avrebbero bisogno di “soci” per poter minare e attraverso Pool of Stake potrebbero farlo in modo quasi completamente trustless: utilizzando come intermediari gli Smart Contract della blockchain su cui si voglia fare lo staking.

  • Qual è l’aspetto che rende “unico” Pool of Stake

Sappiamo che esistono dei competitors, ma Pool of Stake ha sempre puntato sulla massima decentralizzazione e sullo sviluppo. Quindi quello che ci rende unici è la capacità di innovarsi mantenendo la massima decentralizzazione possibile. Vorrei chiarire che per decentralizzazione intendo l’uso di Smart Contract che permettano quindi di interagire con Pool of Stake senza intervento umano diretto rimanendo nella trasparenza della blockchain

  • Come risolvete il problema della “automazione” di tutto il processo che c’è dietro un sistema POS? (nodo, invio fondi, generazione revenue, riscatto della revenue)

L’invio delle coin deve essere effettuato manualmente dai nostri clienti, ma da qual momento il tutto sarà gestito in automatico dalla piattaforma e dai nostri smart contract. La generazione della revenue e l’eventuale riscatto potrà essere attivato o disattivato automaticamente tramite la dashboard che i nostri clienti avranno a disposizione per evitare che le fee delle blockchain superino l’eventuale revenue ottenuta. La dashboard conterrà anche tutta la loro situazione patrimoniale con Pool of Stake e avranno inoltre la possibilità di verificare di aver scelto la coin POS più profittevole del momento.

  • Quali sono secondo te i punti di forza/criticità ed i principali competitor

I principali competitor, quelli che ormai da sempre teniamo nel nostro “mirino” e che cerchiamo di misurare di volta in volta in maniera costante per cercare di capire dove si trovino sono i seguenti:
– Rocket Pool: ha come limitazione che sarà dedicata solo ed esclusivamente al POS di Ethereum, quando (quando…) sarà implementato in forma stabile e permanente in forma ibrida assieme al POW
– Stake Pool: è una pool un po’ più completa rispetto a quella di Rocket Pool, ma purtroppo chiede totale fiducia. In pratica dicono: voi mandateci le vostre coin noi faremo staking per voi…
Pool of Stake si differenzia da:
– Rokect Pool, perchè Ethereum con Casper sarà UNA delle blockchain interessata

– Stake Pool, perchè la fiducia va data allo smart contract che gestirà autonomamente lo scambio e il claim sia delle coin originali che di quelle del reward
Può sembrare pretenzioso, ma non temiamo assolutamente questi due competitor.

  • Come avete ottenuto i fondi e qual è lo stato dell’arte dello sviluppo?

I fondi iniziali sono provenienti dai fondatori: Dario Calderoni, Andrea Balzini e il sottoscritto. Ovviamente a parte le spese iniziali sostenute direttamente dalla board, i fondi sono arrivati dalla raccolta tra “family and friends” ovvero in vendita privata dei token.
Attualmente il progetto di Pool of Stake è funzionante su più livelli:
– QTUM: è possibile mandare i propri QTUM allo smart contract che gestirà il trasferimento successivo nella pool di staking
– Lindacoin: Pool of Stake sta portando avanti dei test sui Masternode per verificarne l’effettivo ROI ed efficacia

– Stiamo collaborando con il team di sviluppatori di Cardano per poterla meglio integrare nel protocollo della Pool.

  • Presentaci il team di sviluppo e la road map

Il team di sviluppo è composto da Andrea Balzini, cofondatore, nonchè CTO del progetto. Un occhio critico esterno viene mantenuto dal Prof. Guarducci che considero personalmente mentore nella tecnologia prettamente di sviluppo e ovviamente con Marco Querini, core developer, che consideriamo la geniale interfaccia uomo-macchina (smart contract). Non manca ovviamente una “quota rosa”: Delia Hallberg, tedesca ed esperta in teoria della governance che supervisiona l’attività sulle dPOS (Delegate Proof of Stake). Ovviamente a fine ICO il team tecnico di sviluppo sarà ampliato considerevolmente.

  • Quali sono le tue aspettative per il progetto e perché investire

Pool of Stake vuole essere il faro per il mining 2.0, pensiamo che il POW puro ormai abbia fatto il suo periodo e non sia più sostenibile nè energicamente nè tecnologicamente, ormai a meno di assi nella manica da parte dei creatori degli ASIC i chip hanno raggiunto quasi la totale capacità di calcolo. Forse rimane ancora margine sulle GPU e il relativo mining, ma è il sistema ibrido se non addirittura il puro POS a trovare un riscontro nel futuro.

Pool of Stake è uno dei pochi progetti che si basa sulla blockchain (anzi sulle blockchain) per poter funzionare e ha ragion d’essere solo grazie ad esse. Il positioning è la chiave di volta: vogliamo rimanere i primi ed unici ad aver dato vita a una pool di staking basata su Smart Contract lasciando inalterata la proprietà e la governance dei diretti detentori delle coin.

 

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